Lo strumento più democratico per la comunicazione internazionale.

Non stiamo parlando del British English, ma dell’Esperanto: un esperimento di successo che, a oltre centotrenta anni dalla pubblicazione della sua prima grammatica, continua a vivere e a fungere da strumento di comunicazione interculturale per centinaia di migliaia di persone sparse in tutto il mondo (due milioni, secondo l’Enciclopedia Britannica; sei, secondo il Guinness dei Primati).

BREVE STORIA

L’esperanto è la lingua internazionale sviluppata per facilitare la comunicazione tra popoli di culture differenti. Il suo iniziatore, Ludwig Lejzer Zamenhof (1859-1917), pubblicò la sua ‘lingvo internacia’ nel 1887 sotto lo pseudonimo di Doktoro Esperanto (“il Dottore che Spera”). Oggi è parlata da due milioni di persone in oltre 100 paesi. Esistono migliaia di libri e oltre 100 periodici pubblicati regolarmente.

Ma cos’è che rende l’esperanto più internazionale del francese, dell’inglese o del russo?

Definita erroneamente “lingua artificiale” (il termine corretto da un punto di vista scientifico è “lingua pianificata”), l’esperanto è da intendersi specificamente come lingua per un uso internazionale e interculturale, cosicché i suoi fruitori possano comunicare equamente, poiché nessuno di loro ricorre alla sua lingua nativa.

Mediante l’uso di lingue nazionali come lingue internazionali, difatti, ci sarà sempre qualcuno di madrelingua avvantaggiato, ledendo il principio di uguaglianza, uno dei fondamentali diritti umani. Inoltre, non tutti possono permettersi costosi soggiorni all’estero per raggiungere un livello accettabile in una lingua straniera. Grazie alla sua struttura semplice e molto regolare chiunque può raggiungere rapidamente un buon livello di competenza dell’esperanto, senza la necessità di lezioni faccia a faccia con un insegnante e senza dover viaggiare da nessuna parte.

UNA LINGUA VIVA, UNA CULTURA VIVACE

L’esperanto è una lingua viva, utilizzabile per esprimere qualsiasi cosa sia esprimibile con qualsiasi altra lingua. I suoi parlanti, sparsi per il mondo, si incontrano in convegni ovunque nel mondo – ce n’è uno ogni giorno! – dove praticano la lingua e sviluppano una cultura originale e unica, mediante libri, giornali, teatro, musica. L’esperanto è stato anche scelto da letterati: uno scrittore in esperanto, William Auld, è stato candidato al premio Nobel per la letteratura. Inoltre, un migliaio di famiglie nel mondo usano l’esperanto con i figli, che crescono bilingui o trilingui.

L’esperanto è di gran lunga più rapido da imparare rispetto ad una lingua nazionale. Anche le persone che non riescono a ricordare una sola parola della lingua straniera che hanno studiato per anni a scuola o all’università hanno bisogno solo di qualche mese di studio per acquisire fluidità nel parlare l’esperanto.

Inoltre, se il vostro l’obiettivo è imparare una lingua per conoscere persone di luoghi differenti, l’esperanto si dimostra più proficuo rispetto alle lingue nazionali, poiché tutti gli esperantofoni, ovvero i parlanti esperanto, l’hanno imparato per il medesimo scopo, e perché esistono esperantofoni praticamente in ogni paese.